Translate

martedì 5 giugno 2012

DIBATTITO TEOLOGICO INTORNO AL NUMERO DELLE PARUSIE DEL SIGNORE

DIBATTITO TEOLOGICO

(a cura di cprando)


b


QUANTE SONO LE PARUSIE DEL SIGNORE?


Nel dibattito teologico si è imposta recentemente una questione escatologica che sembrava risolta, ma che ora riemerge per i molti interrogativi che essa pone. Illustreremo brevemente la questione che, della venuta del Signore Gesù Cristo alla fine dei tempi, data dalle molti apparizioni e messaggi celesti appare imminente, ma non come l'ultima e definitiva. Viviamo nella consapevolezza che i tempi dell'iniquità, della ribellione alla legge di Dio, del disordine morale e sociale stanno per aver un termine. E' una fine stabilita da Dio e non dalla presunzione umana, che può giungere perfino alla totale distruzione del pianeta. E' l'ora che scade con la venuta o Parusia del Signore, che viene per ristabilire l'ordine divino nella società e nel creato. Introduciamo, pertanto, il tema focalizzando le tesi contrapposte di due teologi italiani per giungere a delle conclusioni critiche.

Nel dibattito sulla questione della Parusia intermedia, apparso sulla rivista "Il Segno del Soprannaturale" (n. 106), il prof. Ivo Cisar Spadon riafferma in sintesi la posizione ufficiale della Chiesa sull'unicità della Parusia di Cristo risorto alla fine del tempo.

In risposta al prof. Spadon, nell'articolo seguente, il padre Martino Penasa, sulla base di una rinnovata lettura esegetica, patristica e profetica-rivelativa, riscontra invece tre parusie: l'Incarnazione, la parusia intermedia di Apocalisse 19-20 e la parusia finale.

Ad essere più precisi, il prof. Spadon si sbilancia oltremodo per sostituire, sic et simpliciter, al termine Parusia il termine analogo in lingua italiana 'venuta', per cui abbiamo molte più venute del Signore di quelle indicate da p. Penasa, come la trasfigurazione e la risurrezione... Chi dei due ha ragione? Entrambi citano le Scritture e la Tradizione, suscettibili entrambe di varie interpretazioni, ma il Magistero, che definisce il contenuto della Rivelazione pubblica, sul dogma della Parusia (il Credo, Documenti conciliari, il Catechismo della Chiesa Cattolica) sembra dare più forza alle argomentazioni del professore.

Il biblista Martino Penasa, nel sostenere la Parusia intermedia, non entra in contraddizione con la dottrina della Parusia finale, come qualcuno ha pensato, ma mette in luce l'esistenza di un 'vuoto dogmatico' nella Sacra Dottrina. In breve, manca una parusia, la così detta Parusia intermedia di Apocalisse 19-20. Quindi è bene sottolineare che non è in discussione il dogma della Parusia finale; fin qui siamo tutti d'accordo, ma la mancata definizione di una parusia, riconosciuta unanimemente dai primi cristiani, studiata dai padri della Chiesa e cancellata successivamente dall'interpretazione allegorica di Origene, Agostino e Girolamo!

La posizione teologica di p. Penasa ha posto in questione la Parusia dimenticata dai più e coraggiosamente riaffermata dalle recenti rivelazioni private.

L'interpretazione del biblista è da prendere in seria considerazione, senza schierarsi aprioristicamente dietro l'autorità del Magistero, che in questo caso non può venire in aiuto alla soluzione del problema, se prima i teologi e i fedeli tutti non si impegnano a discernere le cause che hanno portato nella teologia la sparizione di una Parusia del Signore.

Ricordiamo che non si tratta di una vana discussione, ma della retta interpretazione della Parola di Dio. Innanzitutto, prima di entrare direttamente nella questione, occorre aver chiaro il concetto di "parusia", giacché la terminologia è fondamentale per la soluzione del problema.

Il termine Parousia viene dal greco che significa in genere 'presenza' e 'venuta'. Ma il termine ha propriamente un senso tecnico impiegato per l'arrivo di un signore, di un sovrano, persino di un dio, che soccorre i suoi credenti dall'ingiustizia (cfr. Braumann 1976: 1214).

Ora, nel testo dell'Apocalisse, non appare espressamente il termine parusia, ma "benché il nostro vocabolo non v'appaia affatto, è piena di una vibrante speranza parusiaca" (oepke 1974: 871).

Pertanto, le Sacre Scritture non esprimono chiaramente l'unicità o la ternarietà della Parusia del Signore. Ed è proprio l'esatta definizione del termine 'parousia', impiegato dalla comunità credente per dare un contributo fondamentale nello stabilire il senso letterale della Parusia intermedia di Apocalisse 19-20, distinguendola così dall'Incarnazione e dalla Parusia finale. E' questa la chiave del problema.

Le soluzioni proposte sono tre: la prima, la più antica, afferma l'indipendenza tematica di Apocalisse 19-20, accettando, al di là del linguaggio apocalittico del testo, un contenuto letterale alla Parousia intermedia; la seconda, apparsa intorno al secolo IV d.c., presenta una dipendenza tematica di Apocalisse 19-20, tramite una lettura allegorizzante, dall'Incarnazione (così Origene, Agostino, Gerolamo); la terza soluzione, la più moderna, illustra il testo Apocalisse 19-20, tramite una lettura redazionale, come il doppione dalla Parusia finale (così Ugo Vanni).

Se si dimostra che Ap 19-20 gode di una indipendenza tematica, e quindi che si può ricavare da essa un senso letterale proprio, si giustifica a livello teologico la presenza di un'ulteriore parusia, che è intermedia perché posta tra la venuta del Signore nella carne (Incarnazione) e la venuta del Signore nella gloria universale (Parusia finale). Questa parusia, la chiamiamo d'ora in poi Parusia intermedia per distinguerla da quella finale, era focalizzata dai primi Padri della Chiesa all'interno del modulo della 'settimana universale', cioè i sette millenni dell'umanità come sette sono i giorni in cui Dio creò l'universo. La Parusia intermedia veniva posta al principio del settimo millennio (alla fine del sesto l'Anticristo e al settimo il Cristo parusiaco, così Ireneo 1984b: 226-227), secondo l'impostazione della 'settimana universale' a cui, peraltro, si rifà implicitamente l'autore dell'Apocalisse nella scansione del settenario dei sigilli. L'esegeta A. Ferrer, ha notato nell'Apocalisse una settimana di settimane in un complesso collegamento con il racconto della creazione di Gn 1-2, e con le quattro parti dell'anno, a loro volta in relazione con le feste giudaiche e i loro lezionari, con gli elementi cosmici, con i segni zodiacali e con le dodici tribù.

In tal modo ai settenari, sei come i giorni dell'opera creativa di Dio, seguirebbe il sabato del riposo divino, esso senza opere e senza suddivisione settenaria (cfr. Ferrer, Rebirth, cit. in Biguzzi 1996: 31). Se, secondo il modulo della settimana universale l'umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni impiegati da Dio per creare il mondo, allora il regno messianico della durata di mille anni coincide col settimo della creazione, quindi, secondo un rapporto di analogia, col 'riposo' (in ebraico 'sabbath', da cui la parola sabato) di Dio, dopo la vittoria definitiva del Signore sull'Anticristo e sullo pseudoprofeta e la reclusione del loro capo, Satana, per mille anni nell'abisso.

Pertanto, la Parusia intermedia è posta all'inizio del settimo millennio dalla nascita di Adamo (stimata intorno al 4004 a.C.). Una esegesi seria su Ap 19-20 prende in considerazione il carattere profetico del regno messianico dei mille anni (cfr. Prigent 1985: 604-605), senza associarlo al periodo della Chiesa a partire dall'Incarnazione, quindi "al tempo presente, quello cioè della prima venuta" (Agostino 1992: 968); né all'eternità dopo la Parusia finale, come afferma perentoriamente Ugo Vanni: "si tratta senz'altro della seconda venuta" (cioè la Parusia finale, n.d.A.)(Vanni 1991: 319); né tanto meno alle interpretazioni ereticali delle varie sètte millenaristiche.

Riassumendo, si constata che la Parusia intermedia non gode presso la maggior parte dei teologi di una propria autonomia tematica perché, o viene associata alla prima venuta, ossia all'Incarnazione, o alla Parusia finale.

Generalmente i teologi associano la Parusia intermedia all'Incarnazione, perché seguono pedissequamente l'esegesi allegorica di s. Agostino (ad esempio Wikenhausen, Bordoni, Gozzellino). La nuova interpretazione redazionale non trova il sostegno di grandi esegeti come Prigent o Brütsh.

Dobbiamo chiederci come mai sono sorte dal testo di Ap 19-20 due interpretazioni della stessa Tradizione. Precedentemente abbiamo abbozzato in modo schematico una linea storica dell'esegesi del testo dell'Apocalisse in questione. Senza dubbio la prima Tradizione era unanime nell'accettare il senso letterale di Ap 19-20, così ad esempio la Didaché, Barnaba, Papia, Giustino, Ireneo, Lattanzio (cfr. Penasa 1994; 103-134). Pertanto l'esegesi patristica più antica accettava l'indipendenza tematica di Ap 19-20, senza confonderla con altri momenti dell'economia salvifica come l'Incarnazione e la Parusia finale. In effetti, già nel libro dell'Apocalisse si trovano in perfetta sintesi i tre momenti salienti dell'economia salvifica: l'Incarnazione in Ap 12, 1-6; la Parusia intermedia in Ap 19, 11-21. 20, 1-6, che è ben distanziata, con la cifra dei 'mille anni', dalla Parusia finale di Ap 20, 11-15.

Teniamo presente che la maggior parte dei Padri di questa venerabile Tradizione erano di lingua greca, ed alcuni beneficiarono direttamente dell'insegnamento apostolico. Quindi si suppone una maggiore autenticità di questa tesi rispetto a quella sorta dalla Tradizione latina che forse, proprio per aver dimostrato una scarsa conoscenza della lingua dei testi sacri, non seppe decodificarla in modo opportuno.

Sappiamo per certo che proprio s. Agostino, colui che più di tutti incise per l'interpretazione allegorica di Ap 19-20, rapportandola al tema dell'Incarnazione, non aveva una buona acquisizione di questa lingua (Agostino 1987: 52). Ed inoltre, registriamo, al momento del passaggio dal senso letterale al senso allegorico di Ap 19-20, un uso esagerato del metodo allegorico adottato dalla scuola di Alessandria a danno, come tutti sanno, della retta comprensione delle Sacre Scritture.

Il primo ad allegorizzare in modo sistematico Ap 19-20 è stato Origene (cfr. Commento a Giovanni), che fu un teologo scomunicato dal suo stesso vescovo e ritenuto un eretico già in vita, ma non dai suoi estimatori, tra i quali troviamo proprio coloro che hanno allegorizzato in maniera definitiva Ap 19-20, cioè Agostino e Girolamo. Questi padri, nel dare un senso allegorico ad Ap 19-20, credettero di risolvere la questione millenarista. E qui dobbiamo precisare che la questione della Parusia intermedia è da collocare in una problematica teologica più ampia che abbraccia le concezioni del millenarismo e del messianismo regale.

Si nota nell'interpretazione di s. Agostino un difetto di comprensione del termine parousia. E' bene, dunque, ritornare sul vocabolo specificando la sua eccezione nel Nuovo Testamento.

La Parusia del Signore presenta quattro caratteristiche:

1° è universale: riguarda sia i vivi che i morti;

2° è conflittuale: vi è una battaglia definitiva tra bene e male, con vittoria definitiva di Dio sul Maligno;

3° è giudiziale: segue alla battaglia definitiva una separazione netta dei due schieramenti;

4° è trasformante: l'universo viene purificato da ogni traccia del male; vi è una resurrezione dei corpi o trasfigurazione dei fedeli vivi, a seconda dei due momenti di ricreazione.

Si dà una Parusia quando si realizzano le quattro caratteristiche succitate.

E le caratteristiche si riscontrano solo nella Parusia intermedia e nella Parusia finale. Se i primi cristiani hanno potuto trovare nel vocabolo greco un concetto quasi analogo per designare un evento sacro, quale la Parusia del Signore, i latini dovevano accontentarsi di un comunissimo 'adventus', che non ha nessuna accezione tecnica né sacrale come il suo corrispettivo in italiano, 'venuta'.

Questa ipotesi filologica può essere la base per spiegare l'interpretazione grossolana di Agostino, che in nulla coincide con la Sacra Tradizione e forza inevitabilmente il contesto di Ap 19-20 e il suo senso letterale (cfr. Penasa 1994: 139-168).

Ci chiediamo: "Può l'Incarnazione essere una Parusia?". La risposta è adesso a portata di mano.

Brevemente: l'Incarnazione può definirsi una venuta ma non come una parusia, perché non è stata universale, ma limitata al popolo ebraico; è parzialmente conflittuale, perché il male non è stato completamente debellato, sicché Satana è ancora il principe di questo mondo; non è giudiziale, perché i giusti convivono ancora con i malvagi; non è trasformante in quanto il mondo e l'umanità sono rimasti tali come Cristo li ha lasciati, sebbene agisca in modo misterioso la grazia santificante.

Si impone, dunque, un distinguo nelle venute del Signore Gesù, che non sono tutte uguali, come qualcuno lascia intendere, ma vanno opportunamente differenziate.

In conclusione, siamo dell'avviso che tecnicamente sono due le Parusie del Signore: la parusia intermedia per sconfiggere la Triade infernale e ricreare il mondo per gli eletti trasfigurati dalla seconda Pentecoste; e la Parusia finale per sconfiggere Satana e ricreare il mondo per i risorti. E se con la teologia giungiamo a queste conclusioni, a livello profetico-rivelativo non manca una maggiore chiarezza sulla binarietà della Parusia del Signore.


(Tratto da: Teofilo il Siculo, IL TEMPO DELL'ANTICRISTO E LA PARUSIA INTERMEDIA, Edizioni Segno, Udine 1998, prima appendice, pp. 175-183)



SEGNI PARTICOLARI CHE PRECEDONO LA PARUSIA INTERMEDIA



L'APOSTASIA (abbandono) DI MASSA (secolarizzazione) DALLA FEDE: 2 Ts 2,3


LA COMPARSA DEL FALSO PROFETA (o anticristo): 2 Ts 2,3 e 2 Ts 2, 1-12. Anche Giovanni Paolo II, in un discorso tenuto a Fatima il 13/05/82, sembra presentire tale pericolo: "Di fronte a noi sta il pericolo dell'apostasia da Dio, della lotta contro Dio e contro tutto ciò che è sacro e divino. Siamo forse vicini al tempo predetto da S. Paolo, il tempo dell'anticristo che si alza contro Dio e contro ogni specie di religione. E' il tempo però in cui anche lo Spirito Santo mobilita, attraverso la Madonna, tutta la Chiesa." (Citato da don A. Mutti su 'Eco' 72 - Il riferimento è a 2 Tess, 2, 1-8).


SCHEMA DEI TESTI BIBLICI, PATRISTICI E CARISMATICI CHE

FANNO PENSARE AD UNA PARUSIA INTERMEDIA.


Antico Testamento

Nuovo Testamento

Padri della Chiesa

Voci Carismatiche

Letture principali

Letture principali

Alcuni autori e opere

Alcuni esempi

Isaia

2, 1-5; 9, 5-6; 11, 4-9; 14,9ss
65,17-25; 66,14ss

Luca

21, 23-24; 21, 27-33 (parusia intermedia)

La Didaché

A Fatima (1917)

Qui la Madonna profetizza la vittoria e il trionfo del Suo Cuore Immacolato

Daniele

7, 9-14; 7, 23-27

Matteo

Padre nostro (cap. 6)
Tutto il capitolo 24 (parusia intermedia); tutto il capitolo 25 (parusia finale)

La Lettera di Barnaba

A Suor Faustina (anni '30)
(polacca), negli anni della seconda guerra mondiale, Gesù le dona il suo messaggio di amore e di speranza in un mondo pacificato dal suo amore misericordioso. Suor Faustina è ora riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa.

Ezechiele

Tutto il capitolo 37 (37,1-14)

Atti degli apostoli

At 3, 19-21;

La Parusia

intermedia in Papia

Maria Valtorta (anni '40)
Con i "quaderni" e i 10 volumi sul Vangelo

Michea

4,1-4.
_____________

Sofonia

3,9-13.

______________

Salmi

Come esempio riporto il salmo 85 vv. 10-14, ma ve ne sono altri.

Lettere apostoliche

Paolo

Soprattutto Prima e seconda lettera ai Tessalonicesi e in particolare 2, 1-12
______________________________
Giuda
Gd 17-19; 12-13
_________________
Giacomo
Gc 5, 8-9
_________________
Pietro
2 Pt 3, 13

Testimonianza di s. Giustino martire

-----------------

Testimonianza di s. Ireneo

-----------------
Testimonianza di Tertulliano
-------------------
Testimonianza di Lattanzio
MEDJUGORJE
Dal Giugno '81 la Madonna appare e guida non solo una parrocchia, ma è diventato un santuario internazionale di preghiera e conversione per il mondo intero in attesa dei "tempi nuovi".
-----------------------------
Don Stefano Gobbi
Amico del Papa, dal 1973 guida il Movimento Sacerdotale Mariano, promosso dalla Madonna stessa, che conta tra i suoi aderenti circa 400 vescovi, 100.000 sacerdoti, qualche cardinale e milioni di aderenti laici.
Il movimento è in via di riconoscimento da parte del Vaticano. Don Gobbi riceve messaggi da Maria circa i "tempi nuovi".

Apocalisse

21,24.

Apocalisse

Cap. 12 e1 13; 19, 11ss e 20, 1-8

.E TANTI ALTRI
Tutta la carismatica più seria sembra gridare con una sola voce: "Gesù sta per venire", per adempiere le scritture.

S. AGOSTINO (una sola parusia finale)


3 commenti:


  1. don gobbi parla di una seconda venuta intermedia di Cristo, che è cosa ben diversa dalla seconda venuta che avverrà alla fine del mondo, con la condanna dei buoni e dei cattivi etc.. dunque questa seconda venuta intermedia, in realtà si appoggia alla dottrina del millenarismo, che non è conforme all'insegnamento della chiesa, anzi alcuni padri della chiesa per questa loro credenza non furono canonizzati, come tertulliano.. dunque se don gobbi intende una seconda venuta intermedia fisica di Cristo in terra siamo fuori dalla dottrina ortodossa, se invece si intende una seconda venuta spirituale, complementare a un epoca di pace e di glorificazione di maria, forse la cosa ci può stare, ma mi pare di ricordare che don gobbi non intendesse quest'ultimo aspetto!!!

    ...






    .


    .




    .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Andrebberro senz’altro vagliati più attentamente i messaggi presumibilmente consegnati dalla Madonna a don Stefano Gobbi, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, e nei quali, tra le tante cose, si parla dell’avvento dell’Anticristo per il 1998 e «del ritorno di Gesù nella gloria per instaurare il suo regno nel mondo» per il 2000 (messaggio del 5 dicembre 1994). L’ultima affermazione, in particolare, ossia quella di una venuta intermedia gloriosa di Gesù Cristo prima della parusia o fine del mondo, costituisce una eresia vera e propria, e i tentativi da parte di don Gobbi per interpretarla in maniera “spirituale” risultano poco convincenti.
      (siamo nel 2013 e le profezie di don Gobbi non si sono avverate! Chiunque parli di date va contro l'affermazione del Cristo stesso: quanto al giorno e all'ora, NESSUNO LO SA!)

      Elimina
  2. Si prega di pubblicare come commento. GRAZIE
    S. Agostino si preoccupò di negare l’ulteriore venuta intermedia di Cristo, per il suo timore personale e infondato, che si negasse come già verificata la venuta del vero Messia.
    Andando così, (lui pensava), a favore dell'attesa ancora sospesa del messia ebraico.
    In altre parole per non negare il Messia come già venuto in Cristo, ebbe il timore che si valorizzasse l'idea ebraica, che il Messia non era stato Cristo.
    In altre parole Agostino, (allora non ancora Santo), prese su di se un compito di profeta e difensore della verità, che Dio non gli aveva dato, (uomo di poca fede, volle migliorare la spiegazione della scrittura).
    A sua confutazione però nelle scritture del Nuovo Testamento, il regno felice e la parusia intermedia di Cristo durano LETTERALMENTE ben mille anni
    Il Regno felice è chiarissimamente profetizzato come un evento antecedente il Giudizio universale.
    Infine il Regno felice non ha nessuna somiglianza con il messianismo giudaizzante e materialista delle varie filosofie ed ideologie umane, (sionismo, socialismo, nazismo, millenarismo mitigato, ecc.).
    ALLORA COSA E’ REALMENTE IL REGNO FELICE DI MILLE ANNI?
    E’ la prova indispensabile, riabilitativa e rieducativa, che l’uomo può vivere senza peccare, anche quando è nel corpo materiale qui sulla terra, così come doveva essere nel paradiso terrestre.
    Dio ha sempre avuto ragione quindi e la ribellione di Adamo non ha alcuna giustificazione nell’idea peregrina, che sia stato provato più di quanto potesse sopportare.
    CHIEDIAMOCI ORA PERCHE’ LA CHIESA TOGLIE QUESTA SPERANZA D’AVANTI AGLI UOMINI?
    Semplicemente perché la Madonna svela continuamente, (da almeno due secoli), CHE LA SALVEZZA NON VERRA’ DAI SACERDOTI, i quali anzi CON I LORO PECCATI CONTRO LA TRADIZIONE, demeritano gravemente nella guida delle genti alla salvezza.
    Quindi, soprattutto da dopo le profezie della Salette e di Fatima e dopo l’elezione del papa modernista Giovanni XXIII e dopo il suo Concilio Vaticano II, i sacerdoti si sentono piccati di contraddire, i profeti, i veggenti e soprattutto la Madonna, avendogli disubbidito sempre, disprezzando la profezia e non avendo dedicata la Russia al suo cuore immacolato.

    Saluti affettuosi e cristiani a tutti, da Vincenzo.

    RispondiElimina